Raccontarsi

Quanto pensi che sia importante scrivere?


Mi stavo chiedendo con quale post potessi iniziare.
Raccontarvi dei miei studi potrebbe essere abbastanza noioso anche se dell'esperienza universitaria e del percorso di specializzazione ho bellissimi ricordi: oltre a essere stati formativi sono stati percorsi di crescita personale e ho instaurato dei legami molto profondi. Penso, inoltre, di avervi raccontato qualcosina di me qui: "chi sono?" e per chi vuole assicurarsi dei miei titoli può consultare il sito dell'Ordine degli Psicologi della Campania e cercare il mio cognome, matricola 6134..!


In realtà vorrei parlarvi dell'importanza della scrittura. 

Nella mia biografia la scrittura è sempre stata presente a fasi alterne. Mia sorella ha vinto svariati premi con la poesia, io mi limitavo a racconti, storie e diari particolari. 

All'età di 14/15 anni decisi di scrivere per dieci anni su un diario, ma unicamente un unico giorno. Ogni 24 gennaio trascrivevo cosa stessi facendo in quel dato momento e ogni anno la descrizione si arricchiva sempre di più. Con meraviglia fra quelle pagine leggo le speranze di un'adolescente e le emozioni di una giovane adulta. Intorno ai 17/18 anni creai anche un blog sulla piattaforma "the space", decisi di chiuderlo dopo qualche anno, non ricordo il motivo. 
La scrittura non si è limitata a questi episodi, ho condotto una ricerca per la mia tesi sperimentale alla magistrale, dal titolo finale: "La scrittura espressiva dei sogni: può la narrazione promuovere la regolazione affettiva?" Ebbene sì, esistono tecniche, studi, e molti professionisti del mio settore sono interessati alla Scrittura. Dedicherò un post a parte con i numerosi studi dai risultati molto sorprendenti!


Ma non è finita qui, la scrittura non l'ho ripresa direttamente con questo blog, poiché qualche anno fa, il mio terapeuta mi invitò ad acquistare un diario, ma fornendomi delle indicazioni ben precise: fra tanti avrei dovuto sentire l’attrazione per un unico specifico taccuino. Qui la scrittura ha preso una nuova visione, non solo la trascrizione ma l'attenzione per i dettagli, come se quel diario fosse uno scrigno prescelto, la preziosità delle parole trascritte

A distanza di anni, ho sentito il bisogno di scrivere di nuovo (non siamo arrivati ancora a questo blog..!). Questa mia nuova esigenza è nata in un periodo molto particolare, ma la modalità di scelta del taccuino è stata la medesima. 

In negozio c’era una vasta scelta, ma sono stata attratta da taccuino tutto nero.
A primo impatto, avendo il bisogno di scrivere di Menny-Menny, ho pensato che fosse naturale essere stata “chiamata” da un qualcosa di cupo, ma in realtà prendendolo tra le mani mi sono ricreduta.
Non era cupo, al tatto era morbido, piacevole, le pagine all'interno di color bianco latte e i bordi  colorati formavano un piacevole insieme di colori.

Oggi sono qui e scrivo ancora della sindrome di Menière, scrivo di qualcosa che è mio, scrivo di me e di tutte le variazioni che vivo. Scrivo di come incide ormai sul mio stile di vita, ma scrivo anche dei risultati ottenuti.

È più di un anno che ne sono affetta, ma solo a dicembre 2018 mi è stata diagnosticata.Principalmente l’accettazione era semplicemente cognitiva, non potevo fare altrimenti, poi con un po’ di tempo non ne risento più il peso anche se ho dovuto rinunciare a varie cose. Introduco con moderazione i vari alimenti, ho escluso totalmente altri, ma tutto è diventato naturale.

Purtroppo sono stati mesi duri, e non per Menny-Menny, poiché la vita ti crea dei vuoti con delle perdite indelebili che non si possono compensare con 2 litri di acqua o qualche compressa, che non si possono accettare, ma solo conviverci.
Non ci sono “ma” o “se”  è la vita, imprevedibileL’unico nostro compito è donarci ogni minimo istante, ogni dettaglio, viverci, vivere la quotidianità nella sua noia, nei suoi intervalli, nella sua bellezza.
Da ieri ho ripreso a scrivere anche tramite una tastiera (finalmente siamo a questo blog!). 
Scrivo per me, scrivo per te, per qualche interessato, curioso, o per chi può ritrovarsi in qualche parola. 

Non c'è un far bene o un fare male, si scrive.

Concedere a se stessi la possibilità di scrivere e di raccontarsi è un dono di libertà.






Nadia Lucci


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